Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Archivio di Stato di Avellino - Seconda parte

La catalogazione e la tipologia dei fondi sono omogenee in tutta Italia, ciò che può diversificare queste Amministrazioni statali è l’inventiva che gli Archivisti di Stato hanno nel rendere partecipe la cittadinanza del valore della documentalità. Ecco il perché dell’accompagnare con testimonianze di varia natura il corpus cartaceo. Ecco perché, “tenendo come punto di partenza e di riferimento i fondi archivistici” sono stati raccolti nei locali anche una serie di oggetti e reperti che compongono il Museo della cultura materiale. Come i “samplers”, ovverosia canovacci per imparare, contemporaneamente, a ricamare ed a leggere, sui quali le ragazze di un tempo a punto croce scrivevano l’alfabeto.

Con questi samplers Rita De Lucia è partita per Genova ad esporli. Inoltre, è stata a Palermo con le testimonianze delle Corporazioni religiose. Dovunque porti documenti e reperti dell’Irpinia, la Direttrice raccoglie consensi e lodi per l’entusiasmo e l’operosità di tutto l’Archivio di Avellino.

In effetti, l’Archivio è ben tenuto. Molti sono gli studiosi che lo frequentano e competenti sono le unità di personale che assistono in sala studio.

È un ufficio all’avanguardia per il suo genere.

La sede di Avellino ha - con Potenza – un sito istituzionale pilota sul web, dal quale si possono rintracciare i documenti ed ottenerne attestazioni e certificazioni. Il sistema è il SIAS ed è consultabile da ogni parte del mondo, utile ai connazionali per quanto riguarda le sezioni di Stato Civile e Leva Militare, i cui dati possono risalire fino al 1809.

Le curatrici del sito per Avellino sono Giusy Gioia e Maria Rosaria Postiglione.

Personalmente, penso che questo Archivio sia tenuto così bene (in questa nuova e bella sede nel Carcere Borbonico) perché è un ufficio con un carattere femminile, per la cura e la premura, per l’attività di raccolta e conservazione tipiche dello yang dell’umanità. In questa sede irpina, lavorano 38 unità su due turni completi di sei ore ciascuno, in orari antimeridiani e pomeridiani, sei giorni su sette. È aperto al pubblico dalle 8 di mattina e fino alla 19.15. L’assistenza nella sala studio è garantita da sette unità di personale altamente qualificato.

Rita De Lucia è una donna impegnata. Iperattiva, sente mancarle il respiro se il lavoro è poco o routinario. È un’entusiasta e mentre lavora per raccogliere dati e documenti per un argomento, ha già altri temi che le frullano in testa. È rimasta fondamentalmente un’adolescente ribelle e curiosa. Una sorta di folletto del tempo, amante della vita e di tutte le sue espressioni umane. È anche una studiosa rigorosa e preparata: è stata lei ad intuire, e poi a confermare con le ricerche, che il primo direttore dell’Archivio di Stato di Avellino – nel 1820 - fu il fratello del più famoso Lorenzo de Conciliis, Matteo, il quale parimenti patì esilio e prigionie per la sua attività di insurrezionista e carbonaro.

Durante la lunga chiacchierata, Rita mi racconta che la maggior parte dei Direttori di Archivio in Italia sono donne, perché questo è un lavoro che cerca cura e premure.

Un Archivio di Stato è più profondo di un’emeroteca, che pure raccoglie dati e cronache, è più denso di un museo perché lo scopo della sua esistenza è custodito nei fitti testi dei fondi. Una volta aperto uno di questi documenti, pare venga fuori la vita di allora, con i nomi delle persone che la vivevano. Immaginiamo che fra 200 anni qualcuno rilegga – per esempio – i verbali condominiali o gli statini delle pensioni di oggi. Quale sarebbe la storia che ne verrebbe fuori? Forte litigiosità nelle comunità per i primi e grande povertà per i secondi, salterebbe all’immediata evidenza. Ma attorno cosa poteva mai esserci? Ecco il lavoro di un vero Archivista: ricostruire.

Ciò che continuano a fare ad Avellino. Rita mi anticipa due splendide iniziative.

Il prossimo evento sarà dedicato alle donne irpine in occasione dell’Otto Marzo. Ho avuto personalmente l’onore di vedere molte delle anticipazioni in allestimento nelle sale dell’Archivio e confesso la mia ammirazione per l’idea e la sua realizzazione, dedicata a tutte le donne irpine che con il loro lavoro e i loro sacrifici sono andate avanti ed hanno anche realizzato qualche sogno. Ma altro non dirò. Ci vediamo intorno all’Otto marzo all’Archivio di Stato.

Attualmente, infine, sta trascrivendo il diario di un soldato irpino prigioniero degli Inglesi durante la Seconda Guerra. Successivamente, verrà pubblicato il testo corredando la presentazione con una exhibition di oggettistica legata al tempo di guerra, produzione cinematografica compresa.

Esco dal tunnel spazio-tempo frastornata. Rita mi ha attaccato il suo entusiasmo. Mi sovviene di avere anch’io qualcosa appartenuta ai miei nonni e bisnonni, per le sue mostre. Mi sento anche io un’archivista e ritornerò da Rita consegnandole i miei tesori rinati dalla soffitta.

Archivio di Stato di Avellino - Seconda parteArchivio di Stato di Avellino - Seconda parte
Archivio di Stato di Avellino - Seconda parteArchivio di Stato di Avellino - Seconda parte
Archivio di Stato di Avellino - Seconda parteArchivio di Stato di Avellino - Seconda parte
Archivio di Stato di Avellino - Seconda parteArchivio di Stato di Avellino - Seconda parte
Archivio di Stato di Avellino - Seconda parte
Tag(s) : #reportage in Irpinia
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: