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Luci di dicembre

Clima natalizio? Ma no! Il tempo è più che buono. Piove poco in queste settimane, c'è spesso il sole e le temperature non sono malvage. Insomma, questo inverno si sta smentendo. (Detto fra noi, per sabato le temperature dovrebbero calare di brutto e c'è un fiocco di neve sul grafico delle previsioni, ma non durerà a lungo.)


Che Natale è senza freddo e neve? Più fa freddo e più c'è neve e più sembra Natale.


Ovvio che duemila e quattordici anni fa in Palestina (precisamente a Betlemme) non era così freddo e verosimilmente manco c'era la neve, figurarsi gli abeti. Solo che per noi, abitanti dell'emisfero boreale, Natale è così.


Potremmo mai abituarci ad un Natale in spiaggia, come nell'emisfero australe, a bere birra ghiacciata? A dire la verità, io sì. Se ne avessi la possibilità, vivrei seguendo sempre il sole. Following the Sun...


Giusto per non sbaraccare ogni sei mesi, potrei scegliere di vivere stabilmente più a sud e vicino al mare, magari a San Diego, in California. Evvabbe', ci ho la fissa per la California del Sud. C’è un hashtag apposito #SoCal, che significa, appunto, South California, il mio posto del cuore, dell’anima, dei sogni…


Come voi già ben sapete, il Natale ed il sole sono eventi strettamente collegati. La quasi totalità delle religioni e delle tradizioni nell'emisfero nord ha una ricorrenza legata al solstizio d'inverno.


Lo Jule dei Norreni, l'Hannukkah (Festa delle Luci) dell’Ebraismo, il Natale dei Cristiani, il Sol Invictus dei Latini sono tutte festività decembrine. Più si va a nord, più il sole manca, più lo s'invoca, più pittoresca e vistosa è la festa che segna la fine del buio.


Le stelle, i botti, i fuochi, il luccichio di addobbi e palline, i sette bracci del candelabro ebraico sono tutti esempi di rappresentazione ed invocazione della luce che d'inverno manca.


Ho letto anche che tutte queste feste hanno in comune un'altra caratteristica: i dolci a pasta fritta. Nelle varie tradizioni hanno nomi diversi ma si somigliano. Sono zeppole lievitate (sufganiot in ebraico) o struffoli (precipizi in versione italo-ebraica), ma sempre grassi e fritti rimangono. Si sa, d'inverno bisogna assumere più calorie. (È una fintissima giustificazione, sapevatelo. In inverno ci vuole più calore, non più calorie.)


Anyway. Nel confessarvi la mia passione per i dolci ebraici (quando mia sorella per scherzo mi disse che a Roma aveva chiuso la pasticceria del Ghetto mi venne un colpo), chiudo la parentesi culinaria.


Natale che vai tradizioni che trovi. Per esempio, qui da noi in Città c’è la tradizione di derogare al Codice della Strada. Io ho un terrore panico a guidare in Città durante i giorni delle festività natalizie. Tutti pazzi. Pare che ci sia una sorta di licenza per tutte le scorrettezze possibili: incroci saltati, precedenze non rispettate, collisioni evitate per il pelo, aumento della velocità, della fretta, delle sacramentazioni.


Ma dico io, che cosa ci sarà mai da correre? Proprio lunedì pomeriggio ho sfiorato un bruttissimo incidente davanti al Viva Hotel: una pazza con fare agguerrito alla guida di una Classe A grigio metallizzato mi ha tagliato la strada in velocità mentre stavo terminando l’immissione su Via Circumvallazione. La paura è stata tale che per sfogarmi mi sono attaccata al clacson per un tempo ben oltre il sopportabile e le ho ‘addefreshcato’ tutti i morti. Sono queste cose che mi fanno capire che è Natale. Ad Avellino.


Chiudo gli occhi e ritorno ai Natali delle mia infanzia e della mia adolescenza che sapevano di pèttole, scaldatielli, seppia ‘mbettonata, orecchiette. Mia nonna metteva tra le mani del più piccolo della famiglia il Bambinello e recitava il Cristùs, si faceva una specie di processione in tutta la grande casa e si accendevano tutte le luci che era possibile accendere. Ognuno di noi reggeva una candela accesa.

Luci di dicembre
Luci di dicembre
Tag(s) : #La Cugina di Parascandolo
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