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Similitudini

La confusione è grande in Città.

Come cittadini ci sentiamo sballottati tra un caos all’altro. Siamo stanchi di reti rosse, di buche, di cantieri, di cumuli amorfi. Come pure di ritardi e imprecisioni informative, che puzzano di incapacità, nella variante "ma-che-vulit’-a-nui?".

Ci rendiamo conto che i cantieri debbano essere aperti, pena la perdita dei fondi. Tuttavia, viviamo già stati precari ed emergenziali (come Piazza Castello) e — nonostante la logica economica e a dispetto di essa — non sopportiamo altre costrizioni.

Il bello è che globalmente non ci rendiamo conto del grave problema etico politico e amministrativo nazionale (con indubbie ricadute locali). Arriviamo a tollerare tutto, pur tuttavia incazzandoci quando la prepotenza altrui, perpetrata nei nostri luoghi, limita l’espressione della nostra prepotenza. In una sorta di ribaltamento in negativo del celebre aforisma di M.L.King (pubblicato ieri dal nostro giornale), siamo incazzati per il fatto che ci sono persone che possono derogare alle regole più di quanto vorremmo (o possiamo) fare noi stessi.

Ci pasciamo di qualunquismo etico, aberrante declinazione del già pericoloso relativismo morale, che si accompagna ad applicazioni sporadiche delle regole.

Siamo inossidabili detrattori del comportamento errato altrui, tuttavia, trovandoci in quotidiane ed opache condizioni di potere/gestione/amministrazione, diventiamo onnipotenti nel nostro rancore, confondendo l’egoismo ed il senso di rivalsa con il senso di giustizia.

Ma quale giustizia?

Fare le multe a tutti quanti, così s’imparano?

Certo, le regole vanno rispettate, perché garantiscono il bene comune. Ma quanti di noi hanno chiaramente e profondamente interiorizzato il significato di bene comune?

L’aria è un bene comune, per esempio. Ma in Città l’aria è inquinata e tuttavia ci incazziamo come donnole se scatta il blocco delle auto. Diciamo che invochiamo le regole più per punire gli arroganti per la loro arroganza (qualora la scoprissimo superiore alla nostra) che per salvaguardare il sistema-comunità.

Per come è combinata la Città, chi di noi non ha, almeno una volta in un mese, sostato o parcheggiato in modalità non ortodossa? Ovvio che anche in quella forse unica occasione di trasgressione si siano fatti i dovuti spergiuri affinché i vigili latitassero. Tuttavia — e come al solito — la legge si applica per i nemici e s’interpreta per gli amici...

Stiamo ricreando la condizione orwelliana degli uguali: qualcuno è divenuto più uguale degli altri e spesso le forme di ribellione non nascono da ingiustizie calpestate, bensì dal desiderio di essere anche noi ’più uguali’, come gli altri.

Antropologicamente, abbiamo invertito il valore della furbizia e della scaltrezza, tant’è che accettiamo l’evasione fiscale (non dimenticate l’ultimo maldestro emendamento renziano pro-Berlusconi) e la corruzione (siamo i primi in UE) e nell’opacità di regole diversamente o fantasiosamente applicate ci sguazziamo.

Opache sono molte situazioni cittadine.

Per esempio, Piazza Castello. Non sappiamo cosa potrà mai innovare la prossima Conferenza dei Servizi di lunedì 19 gennaio. La più recente notizia è che i sigilli all’area sono stati confermati dalla Procura.

Qualche settimana fa abbiamo ascoltato le parole del Sindaco che invocava la solerzia della Regione. Ma siamo anche venuti a conoscenza che allo stesso comune di Avellino era stata concessa per ben tre volte una proroga, su esplicita richiesta, per la presentazione del progetto di bonifica dell’area interessata, più un’altra proroga per presentare le integrazioni.

Nello specifico le cose sarebbero andate così. La Regione Campania, attraverso la struttura provinciale tecnico amministrativa competente alle Autorizzazioni Ambientali, ha espletato il tutto nei tempi determinati dal procedimento, stabiliti dall’art. 242 del D.Lgs 152/06, relativo alle bonifiche. Con D.D. n. 96 del 19/8/13 venivano approvati gli esiti del Piano di caratterizzazione e il Documento di Analisi di rischio, prescrivendo la presentazione del Progetto di bonifica.

Il Comune ha presentato il progetto alla UOD regionale competente in data 4 giugno 2014 — a seguito di numerosi solleciti di quest’ultima — cioè dopo dieci mesi e varie proroghe concesse. In data 4 luglio 2014 si è tenuta la conferenza dei servizi, durante la quale venivano chieste integrazioni, che il Comune ha presentato nell’ottobre scorso, con un ritardo di 85 giorni.

A questo punto, pare chiaro che il Sindaco non abbia motivo di lamentarsi dei ritardi regionali, ma che, al contrario, dovrebbe prestare più attenzione alla lettura degli atti, non dimenticando che le proroghe furono chieste dal Comune. Nelle more, il rinnovato sequestro e riaffidamento dell’area di Piazza Castello sarebbe inteso come pressing sul Sindaco affinché completi l’iter per la presentazione del progetto di bonifica. Poi, si aprirà il capitolo (presumibilmente anch’esso lungo) relativo al tempo necessario per l’erogazione dei fondi, per iniziare la messa in sicurezza ed infine per portare a compomento il progetto originale.

In ogni caso, la successiva Conferenza dei Servizi era stata in prima istanza fissata per la data del 19 dicembre scorso, rinviata al 19 gennaio prossimo su richiesta motivata della Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici della Campania. Sappiamo anche che il 30 dicembre il Sindaco aveva chiesto l’anticipazione della Conferenza dei Servizi (di pochi giorni), ma le due Soprintendenze (Paesaggistica e Archeologica) avevano qualche difficoltà per via della riorganizzazione interna.

Insomma, tra carte, atti, richieste, proroghe e integrazioni risulta complicato seguire l’iter di questa e di tante altre vicende amministrative. Il tutto, considerato il numero delle situazioni, si confonde in una nebulosa opaca.

Magari, ora ne sappiamo di più sulla vicenda di Piazza Castello, ma ciò non è predittivo di un veloce e buon esito, considerato che tante altre situazioni si trascinano penosamente.

Concludo. Ieri leggevo un resoconto critico sul semestre italiano alla UE. Renzi ha fatto il diavolo a quattro sbandierando mari&monti, celerità e innovazioni. Abbiamo collezionato ritardi, confusioni, pressapochismo e pernacchi. La Lituania ci ha surclassato. Con una faccia di corno, il nostro Governo va avanti come se avesse, al contrario, brillato per acume, propositività e puntualità.

La consiliatura del Comune non è equiparabile alla Presidenza semestrale europea, ma i termini del fallimento sono gli stessi. Ecco perché Avellino è parte del problema ed il problema nazionale comprende anche la nostra comunità.

Similitudini
Tag(s) : #Avellino, #Piazza Castello, #politica nazionale
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