Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Non se ne potrà più fare a meno. Il totem della diretta streaming

(Originale su Orticalab, al link in basso.)

Noi impariamo (oops, volevo dire importiamo) quasi tutto dagli altri Paesi. Abbiamo importato anni fa la politica-spettacolo dagli USA, una politica urlata, multicolor, mediatizzata. Abbiamo importato anche le primarie, i caucus (riunioni di area, più o meno), i palloncini, i tweet, le convensciòn, le mailing-list (a me arrivano anche le e-mail di Obama e della convention di Charlotte in North Carolina. Bah).

La nostra originalità nazionale – relativamente alla politica – si è limitata, finora, al caos.

Da mercoledì scorso, però, abbiamo aggiunto un altro elemento al nostro peculiare caos: la diretta streaming delle consultazioni.

Mercoledì [27 marzo, NdR], ho visto in differita lo streaming delle consultazioni tra Bersani e i rappresentanti/portavoce del MoVimento5Stelle, trovando piuttosto penoso lo spettacolo. Non tanto per i contenuti, chè quelli si conoscevano già da tempo, bensì per le modalità. Come tutti sanno, è la prima volta che viene ripresa e trasmessa in diretta una sessione di consultazione per la formazione della compagine di Governo. Non penso, però, che sia stata una cosa utile agli scopi politico-governativi, ancorchè sottoprodotto pleonastico a sentenziare senza appello la presa di posizione (legittima, beninteso) del MoVimento.

La trasparenza dell’azione politica, qui c’entra molto poco. Lo spettacolo allestito dal MoVimento (perché tutto ciò che è mandato in onda diviene spettacolo pubblico) era destinato a coloro che volevano testimoniare ed essere testimoni della schiena dritta dei grillini.

(An vedi, questi so’ de parola! Questi spaccheno tutto! Mi sembra di sentire i commenti compiaciuti del popolo, cui sembra miracoloso vedere una consultazione in diretta: un reality nuovo di zecca. Ma ce penzate? Questi firmeno tutto, T-U-T-T-O! Così s’amparano, ‘sti politici dercazzo!)

Il colloquio si è ridotto all’enunciazione di parole di circostanza da parte di un imbarazzato ed ingessato Bersani, il quale avrebbe voluto tanto poter dire “’A rega’, famo a capirse.” (Trad. “Guaglio’, facimmo a ce capi’”). Ma non ha potuto dirlo, c’era lo streaming: un nuovo totem elettoral-politico.

Ci sono luoghi dove non si può essere formali oltre l’imbarazzo, e sono i luoghi delle decisioni vitali. Le decisioni più importanti, per esempio, vengono prese da una coppia, la sera, nella privacy della loro camera da letto. Far nascere un governo (o un figlio) è materia delicata: si è pronti o no, dimmelo con il cuore in mano, dimmelo a modo tuo, non recitando un copione scritto da altri. Pubblici, filmati e registrati sono i dibattiti e le discussioni di leggi in Parlamento e nelle Commissioni, i question time e tante altre cose ancora, come le cerimonie di nozze, i battesimi, i giuramenti. Vogliamo trasparenza, allora impariamo a legger i verbali, i disegni di legge, i bilanci.

D’altro canto, inoltre, la trasparenza nella comunicazione interpersonale non è mai totale, non ci sarà nessuna diretta streaming che potrà sviscerare i pensieri di chi è ripreso dalla web-camera. Le negoziazioni (perché una consultazione è una negoziazione) possono essere pubbliche e note solo fino ad un certo punto. Le negoziazioni hanno bisogno di registri multipli di scambio, di comunicazioni verbali e non verbali gestite ed agìte in ambienti che agevolino la confidenza, un eloquio meno asettico ed imbalsamato, la possibilità di guardarsi nelle sfere oculari (le cosiddette palle degli occhi) e chiedersi se davvero il problema vogliamo risolverlo o no. Il Congresso di Vienna, Yalta, il Salt II e Camp David (tanto per citare alcuni accordi che hanno fatto la Storia) non sono stati meno importanti e validi per la mancanza di una qualsivoglia diretta. Anzi, sono tanto più validi ed importanti quante più consultazioni informali e a tu per tu ci sono state. Inoltre, le partite a poker, per quanto filmate, rimangono un abilissimo gioco di comunicazione non verbale, intimo, impenetrabile.

Quello che si racconta in conferenza stampa è il risultato di una consultazione (di un accordo, di uno scambio diplomatico, di una negoziazione), non del pedissequo ‘come’ si è arrivati a quel risultato. Eppure, pare che noi Italiani siamo impazziti per il ‘come’, che ha assunto l’aspetto di una trasparenza immobilizzante e inutile, se imposta in alcuni ambiti. La trasparenza è sacrosanta sui conti, sulle leggi, nei processi, nella pubblica amministrazione, negli appalti, nella vita di personaggi pubblici e/o politici che si ergono ad exempla, chiedendo rigore, moralità, onestà e sacrificio. Lo scrisse Tommaso Campanella molti e molti anni fa, come ci ha ricordato pure Vittorio Sgarbi in una dei suoi pochi interventi illuminati ed illuminanti.

Lo streaming della consultazione di ieri non ha risolto alcuno dei problemi del Paese, ma – anzi – li ha aggravati, rappresentando un precedente con mille implicazioni. Una di queste è che la consultazione da incarico presidenziale (roba piuttosto seria a prescindere dai partecipanti) è diventata un teatrino ad uso mediatico e nessuno più considererà tale passaggio costituzionale importante, utile e necessario; che l’incongruenza mediatica dell’evento è stata confermata (inconsapevolmente) dalla stessa capogruppo Lombardi con il suo “Qui non è Ballarò”: proprio perché non è Ballarò si può essere più uomini e meno personaggi o manichini (intelligenti pauca); che se streaming deve essere, che lo sia per ogni (e sottolineo ogni) atto e passo, specialmente della parte politica che ha fatto assurgere lo streaming a Verità Rivelata (perlocutoria della scatotecnica compresa); che Bersani e Letta hanno finito per recitare la parte dei genitori alle prese con figli testardi. Cui prodest?

Penoso.

Sempre analizzando le modalità comunicative, Bersani – già non molto abile come comunicatore, seppur proietti televisivamente un’aura di assennatezza – ha guardato più volte verso la web-camera ed io ho letto il suo pensiero, “Ma tu guarda che mi tocca sopportare!”, mentre avrebbe avuto tanta voglia di fare un predicozzo del tipo “Ma che diamine vi siete messi in testa!”.

L’irremovibilità degli esponenti del MoVimento era già stata più volte dichiarata, per cui mi chiedo che cosa sarebbe cambiato se ci avessero risparmiato questa pantomima. Bersani avrebbe sbroccato? Avrebbe fatto entrare i giaguari? Avrebbe tirato uno scappellotto a Crimi? Può anche darsi, ma alla fine il verdetto sarebbe rimasto lo stesso. Quindi, vuol dire che la diretta è servita solo ai consultati, bisognosi – questo si legge – di riconfermare ad nauseam alla nazione che in un mondo di politici smidollati, voltagabbana e mariuoli loro sanno come tenere testa a… a chi? Tenere testa a chi? Allo spread? Alla disoccupazione? Alle banche? All’indegnità morale? Alla fuga dei cervelli? Agli esodati?

Che ci sia bisogno di un cambiamento epocale nelle classi dirigenti politiche e nelle proposte politiche per aiutare gli Italiani, sono d’accordo, totalmente d’accordo, ma che questo passi per un’inutile diretta streaming mi sembra una gran cazzata.

È stato solo un tiro alla fune in diretta streaming.

Anche io saprei fare quello che hanno fatto loro in diretta streaming.

Per questo moltissimi Italiani si stanno incazzando anche fuori dalla diretta streaming.

Voglio vedere i rendiconti delle caramelle in diretta streaming.

(Sempre che si arrivi a formare un Governo. Diretta streaming permettendo.)

Non se ne potrà più fare a meno. Il totem della diretta streaming
Tag(s) : #Movimento 5 Stelle, #diretta streaming, #comunicazione politica, #Vito Crimi, #Bersani
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: