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Guerrieri

Deve essere un periodo storto per il marketing italico. Dopo la fesseria di Guido Barilla (leggi qui: http://www.orticalab.it/L-ingenuita-di-Barilla-e-il-mulino) ora tocca all'ENEL, che -- però -- non pecca d'ingenuità, bensì di sottostima del pubblico.

Nessuno di noi in queste ultime settimane è sfuggito all'arrembante spot dei #guerrieri. Esatto, scritto con l'octothorpe, che fa tanto social. C'è il sito dedicato, il cui banner ripropone tre scenografie, tre corridoi di identica proporzione e prospettiva: un vagone della metro, una corsia di supermercato e il reparto di una fabbrica. Sono vuoti. Infatti, l'ENEL cerca personaggi e micro-sceneggiature per riempire le scenografie. Si tratta di una sorta di concorso, dedicato alle storie di guerrieri quotidiani (operai, mamme affannate, lavoratori precari), gente che combatte per sopravvivere nella quotidianità. Ci sono delle storie raccontate da volenterosi iscritti al contest e vinceranno (una bici elettrica) i cinque narratori che raccoglieranno più seguaci. Nel momento in cui revisioni questo articolo, si sono iscritti 1280 guerrieri narranti che raccolgono in totale 1313 seguaci. Insomma, una media di un seguace virgola un panino per ciascun sedicente guerriero della tastiera. Penso che i seguaci non siano fan spontanei, basta chiedere in famiglia qualche adesione.

Ho nasellato sul sito (il quale funziona solo con determinate versioni di determinati browser) trovandolo piuttosto posticcio e -- vorrei sbagliarmi -- non mi meraviglierebbe affatto scoprire che talune storie e taluni volenterosi storyteller siano prossimi alla società, per movimentare la piattaforma. La modalità è piuttosto macchinosa ed anche un po' noiosa, anche perché i temi vengono indicati dal sito stesso, a puntate. Le storie dei guerrieri iscrittisi non sono esaltanti, nulla che nella sua banalità non si possa trovare su fèisbuk. Qualcuno punta sull’emotivo, altri hanno una visione forzatamente eroica della vita, altri tragica, altri vittimista, mentre il tutto galleggia in un lago di retorica.

L’ENEL ci invita ad avere una visione eroica delle nostre disgrazie, a conferma che la nostra esistenza si svolge in una giungla e che è un destino cinico e baro che ci costringe a sgomitare sulle scale mobili della metropolitana o a individuare con un rapidissimo colpo d’occhio la fila più corta e/o che va più veloce alle casse dell’ipermercato. Capisco che non è più tempo di crociate, di compagnie di ventura o di legioni straniere, ma quest’ambientazione da Doom è fuori luogo, sapendo che l’inferno vero, pressoché quotidiano, è simile a quello che si trova sulle coste delle nostre isole a sud. Un barcone di migranti ha preso fuoco presso l’Isola dei Conigli (sono state tratte in salvo solo centocinquanta persone su più di cinquecento) e sono solo di tre giorni fa le foto dei corpi di migranti allineati sulla spiaggia di Pozzallo (la foto dei sacchi verdi ha fatto il giro del mondo).

Una nube spessa di ipocrisia aleggia su tutta la campagna pubblicitaria.

Al link qui di seguito (http://storify.com/Detta_Lalla/guerrieri-e-mercenari-l-ipocrisia-e-il-marketing) viene raccolto un po' di materiale satirico e dissacrante sull'iniziativa ENEL. Il leitmotiv è "come può l'ENEL ergersi a paladina dei combattenti in difficoltà quando è essa stessa coinvolta in situazioni di sfruttamento e di devastazioni ambientali?". Anche su ilfattoquotidiano.it sono stati pubblicati alcuni articoli contro la 'retorica del guerriero', sottolineando come questa campagna ENEL sia un fallimento totale.

Un secondo aspetto dell'ipocrisia -- ciò su cui vorrei riflettere con voi -- consiste nell'ambizione di questa campagna pubblicitaria e del concorso associato. Cosa vogliono comunicare? Partecipazione alle sofferenze degli italiani? Ma quali italiani? Quelli delle mense Caritas? Quelli in CIG? Il popolo della social card? I clienti dei discount di periferia? Cosa vuole suggerirci l’ENEL, di continuare a fare i guerrieri in questa anestetizzata Italia? In cui ci preoccupiamo (da troppo ed inutile tempo ormai) dei guai giudiziari di un delinquente? Dove si sprecano pagine ed inchiostro sugli scondinzolamenti di un certo cane Dudù? Oggi l’ISTAT ha dichiarato che il potere di acquisto degli Italiani è regredito di ventitré anni. Ventitré anni persi. Il mio stipendio vale come quello di ventitré anni fa, quando l'IVA era al diciotto per cento. Ora è quattro punti in più, ma i salari (di coloro che ce l'hanno ancora) no e nel frattempo tutti i prezzi sono aumentati e i carburanti ancor di più. Vittime -- ma non guerrieri -- potrebbero essere definiti quelli che fanno fatica a pagare la bolletta della luce, per esempio. Negli slogan, l'Azienda dice che è vicina ai guerrieri e che da energia alle loro idee. Io, un'idea ce l'avrei, cara ENEL: si sono rotte alcune condutture a casa e non so se ripararle o pagare le tasse universitarie a mio figlio. Ché, mi aiuti tu?

L'esistenza di un guerriero implica un nemico. Anche i samurai erano guerrieri, ma in quell'epoca ed un quella parte del mondo il nemico era l'ingiustizia in strade e contrade non amministrate. Noi siamo parte del Mondo Occidentale e tuttavia vogliono imbonirci ancora con la retorica del combattente per la dignità. La nostra dignità è affogata, con i corpi delle migliaia di migranti e profughi morti nel canale di Sicilia.

Il risultato è che il concetto su cui si basa la campagna pubblicitaria non ricompatta il popolo dei precari, degli operai in CIG, delle donne in difficoltà in una presa di coscienza collettiva. Par che dica "siete dei guerrieri perché c'è un nemico da combattere: noi vi aiutiamo". Vabbuo', allora chi è che dovremmo buttare giù? La casta? I ricchi? La Spektre? Già è un mondo egoista e crudele, e noi che si fa? S'incentiva l'idea della lotta. Ma con chi devo prendermela? Con l'automobilista che taglia la strada? Con il condomino che da fastidio? Con il collega che si arruffiana con il capo? Con l'idraulico esoso? Con il parrucchier/il dentista/il meccanico e che non ti fa la ricevuta? Con chi delocalizza le attività produttive? Non sono nemici nella misura in cui non li considero tali: basta chiederla, la ricevuta, com'è necessario non votare gli indegni che permettono la delocalizzazione, com'è più utile parlare con il condomino invece che imbrattargli la cassetta delle poste.

Spesso siamo noi stessi i nostri nemici. Per come la vedo io, una parte di colpa è nostra che non sappiamo indignarci in tanti, abbastanza da rimettere un po' di cose a posto.

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Tag(s) : #ENEL, #comunicazione pubblicitaria, #Lampedusa
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