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Arrivare a Greci

(L'originale venne pubblicato su Ottopagine l'undici maggio del 2009. Era il primo di una serie per la rubrica "Viaggio in Irpinia". Un po' alla volta li riproporrò su questo blog.)

Pare che uscire da Avellino per prendere l’A16 fino a Grottaminarda sia come uscire dalla tangenziale di Milano. Cantieri e traffico. Ma anche dall’uscita di Grotta alla Variante di Ariano e poi fino alla Nazionale delle Puglie è una gimkana tra altri cantieri, frane e avvallamenti più o meno pericolosi. Autoarticolati che esondano dalle strisce di mezzeria, rotonde e semafori sono imprescindibili dal paesaggio, fino a Camporeale. Poi, si allarga l’orizzonte, torna pure il segnale del telefono. Camporeale, durante la guerra venne usato come aeroporto militare di fortuna, diceva mio zio. Tutto diventa più rarefatto. Gli ultimi crocchi di automobilisti in transito al forno di Savignano Scalo per la pizza pugliese e i taralli scaldatielli, la pattuglia dei Carabinieri, il bivio per Greci.

Per entrare in paese la strada è ripidissima. Greci sembra tutto un cortile di casa, per la confidenza che gli abitanti hanno con i loro luoghi.

Continuo a salire, so che prima o poi le viuzze finiranno davanti ad una scalinata imprevista o in un corridoio troppo stretto per la mia piccola utilitaria blu. Ogni volta che giro l’Irpinia per lavoro vivo il disagio di sbagliare le strade e mi sembra ridicolo accendere il GPS o dimostrare incertezza. Specialmente di fronte alla gente del posto.

Come temuto, arrivo in uno slargo senza via di uscita, davanti all’ufficio postale. Unico luogo che raduna più di quattro persone. Mi do un contegno e faccio finta di esserci arrivata intenzionalmente. Cerco il Municipio che per caso è appena un angolo più su.

Greci è comunque bella, una volta entrati. Quasi tutte le case sono state ricostruite, riattate o recuperate rispettando la storia di quel posto. Ogni varco è un bel portale antico. È ordinata e linda come le facce senza zigomi degli abitanti, di etnia arbëreshë, discendenti dai Coronei di Albania. Un illustre professore-medico del posto mi confidò che la discendenza era trace. Me lo disse sottovoce: gli sembravano un controsenso la limpidezza e la serenità dei grecesi con la ferocia che fu dei Traci.

Greci si trova in alto, domina un bel pezzo d’Irpinia pre-Daunia. Dal Bregg-u, un parapendio naturale con la punta a sud girando da nord-est a nord-ovest, nelle giornate terse si potrebbe scorgere il Golfo di Salerno e quello di Manfredonia. Greci (il nome viene proprio dai Greci che la fondarono dopo il 535 assieme ad Aikai, il Comune di Troja in provincia di Foggia) fu strategica perché gli eserciti, che alla fine del 1400 si fronteggiavano in questa parte del mondo mediterraneo, potevano essere prontamente avvistati. Ora è diventato il luogo della meditazione, da quando le guerre sono finite. Bregg-u (la “u” finale è l’articolo che in lingua arbëreshë è enclitico) è anche un luogo per riordinare i pensieri. Le orecchie si riempiono del suono del vento che in basso muove il fieno ed il grano dei campi, tipo carezza sul velluto. Verso Avellino si stanno addensando nuvoloni e troverò un acquazzone sull’autostrada al ritorno. Trovo lì nel vento un grecese che chiede al sindaco chi sono. “Ishtë bj-a Mërias Benëdittis” (“È la figlia di Maria [che è la figlia] di Benedetto”). Maria, mia madre, Benedetto, mio nonno, Segretario comunale di Greci negli anni del secondo dopoguerra, spirito libero e liberale, ex capitano del Regio Esercito nella I Grande Guerra, rifiutò con fermezza la tessera del Fascio rimanendo senza lavoro fino alla Liberazione.

Le foto qui allegate vennero scattate durante la diretta da Greci di UnoMattina, io -- in piumino rosso -- partecipai quale esperta glottologa in arbereshe.
Le foto qui allegate vennero scattate durante la diretta da Greci di UnoMattina, io -- in piumino rosso -- partecipai quale esperta glottologa in arbereshe.
Le foto qui allegate vennero scattate durante la diretta da Greci di UnoMattina, io -- in piumino rosso -- partecipai quale esperta glottologa in arbereshe.
Le foto qui allegate vennero scattate durante la diretta da Greci di UnoMattina, io -- in piumino rosso -- partecipai quale esperta glottologa in arbereshe.

Le foto qui allegate vennero scattate durante la diretta da Greci di UnoMattina, io -- in piumino rosso -- partecipai quale esperta glottologa in arbereshe.

Tag(s) : #Greci in Irpinia, #Arbereshe
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