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Baiano - Seconda parte

(L'articolo originale venne pubblicato su Ottopagine il 25 gennaio 2010)

Baiano ha investito anche molto sulla comunicazione istituzionale. Il PUC è sul sito ufficiale del Comune ed i cittadini hanno potuto prenderne visione e produrre osservazioni, per esempio.

Parlando di comunicazione, Stefano si rammarica che i media locali non danno troppa attenzione alle comunità di questa “terra di mezzo”, frontaliera ed invisibile. Tra l’altro, non si è mai preso per bene né il vecchio segnale televisivo analogico, tantomeno il digitale terrestre appena introdotto.

Queste disattenzioni socio-territoriali fanno sì che ritorni con ciclica frequenza la proposta di passare “dall’altra parte” e formare una provincia nuova con Nola epicentro. Stefano è convinto – ed io con lui – che cambiare provincia non migliorerebbe per nulla la condizione di territorio confuso tra province, senza una schietta identità: il Mandamento rimarrebbe sempre e comunque una zona alla frontiera.

Questo dell’identità svagata è più che un pregiudizio: è una condizione dell’anima, quell’aria che impregna le convinzioni stesse di questo territorio che non è più irpinia, né ancora Napoli, ma un indistinto “avellinese” o addirittura basso-avellinese. Netta è pure la distinzione geografica con il Vallo di Lauro, parallelo a questa piana a triangolo, eppur separato da una catena di montagne, a volte dolorose, a volte pericolose.

È stata avanzata la proposta di costruire una strada che taglierebbe il bosco di Arciano e Fontanavecchia per collegare le due valli, in fondo le vie di comunicazione sono sempre foriere di sviluppo.

Come la ferrovia Circumvesuviana, ad esempio. Il Capolinea verso est è proprio qui. Per andare oltre ci sono le autolinee. Stefano mi racconta che i vagoni portano anche i cani e che spesso d’estate più di un balordo ci accompagna i propri animali domestici per abbandonarli. Il fenomeno del randagismo a Baiano è notevole. Per questo vorrebbero aprire anche un canile.

Tanto per restare in tema zoofilo, a Baiano è sorto un cimitero per animali. È una vera novità per le nostre parti. Stefano mi racconta che è molto bello, curato e con prato all’inglese. Già pure pieno, accidenti. L’iniziativa si deve all’ex Vicesindaco di Qualiano che promette un riposo eterno, in una specie di orto botanico, agli animali (cavalli compresi) che in vita hanno avuto la fortuna di avere affettuosi e immemori padroni. Le tariffe sono suddivise in tre fasce di servizi: “sepoltura con targhetta”, “sepoltura con targhetta su lapide marmorea” e “spazio alla fantasia”.

Le richieste sono davvero molte.

La tempesta che a Napoli aveva bloccato l’aeroporto per tre ore è arrivata a Baiano. Appena in tempo per raggiungere di corsa la mia auto-coccinella e ripartire. Cimitero all’inglese… curatissimo…con tanto di prati… Mentre ci ripenso scorgo il cartello indicatorio lungo la nazionale. Mi sovviene che i Britannici hanno davvero il culto poetico dei cimiteri e anche nel New England (la costa est degli Stati Uniti, di più diretta ed intensa tradizione anglosassone) c’era l’abitudine di organizzare languidi e tranquilli dejuner-sur-l’herbe per stare vicino ai propri affetti defunti senza le angosce terrorizzanti che circondano l’aldilà. In fondo, fu una passeggiata in tranquillità in un cimitero che ispirò al partenopeo Principe de’ Curtis la sua più famosa e bellissima poesia.

Sono andata a Baiano e sono ritornata come dall’Inghilterra. Chi l’avrebbe detto mai?

Baiano - Seconda parte
Baiano - Seconda parte
Tag(s) : #reportage in Irpinia, #Baiano
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