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Il maltempo del Terzo Millennio

Giovedì scorso le notizie dei meteo italici annunciavano l'arrivo del maltempo. Siamo in autunno, inizia la stagione delle piogge e ciò è abbastanza normale. Certo, non sono monsoni, non subiamo gli alisei, ma pioverà.

Venerdì mattina, mentre faccio colazione, capito su RaiNews24. C'è una giornalista che intervista il prefetto Gabrielli, il Capo della Protezione Civile. E cosa gli chiedeva? Le previsioni del tempo, gli chiedeva! Pelamarònna. Scomodare il Capo della Protezione Civile per le previsioni del tempo! E che cosa di così sconvolgente diceva Gabrielli? Che avrebbe piovuto. Avrebbe piovuto com'è normale che sia d'autunno, com'è normale che accada ogni autunno.

(Piccolo inciso: da quando se ne è andato Mineo da RaiNews24 -- secondo me -- è diminuita la qualità ma è aumentata la scenografia. Ce le sognavamo, prima, le interviste a Gabrielli sulle piogge autunnali.)

Ultimamente, secondo una prospettiva mass mediale le piogge acquistano sempre un carattere torrenziale, così come il numero e la portata dei nubifragi pare siano esponenzialmente aumentati. Le trombe d'aria? Si abbattono sempre più frequentemente. Se piove a catinelle è più scenograficamente di effetto parlare di 'bombe d'acqua'. L'abbandono dell'anticiclone delle Azzorre è diventato un evento mediatico con riverberi allarmisti. I bollettini delle previsioni esondano (è il caso di dirlo!) dagli spazi consueti per diventare veri e propri servizi giornalistici autonomi, con tanto di pastone (spacchettamento della notizia con riempitivo di fuffa). Non nego che cambiamenti del clima siano evidenti e pure di causazione antropica, ma non si può annunciare alla popolazione una perturbazione in arrivo per bocca del capo della Protezione Civile. É sproporzionato. É -- tra l'altro -- sminuente per lo stesso Gabrielli.

Ma perché si esagera con il meteo e con gli allarmi? Per molti motivi. Per allontanare l'attenzione su temi che è meglio non approfondire (gli scazzi all'interno del PdL, l'inadeguatezza del piddì e del premier, gli errori di valutazione di Napolitano), per esempio. Oppure, perché la cronaca -- anche quella sull'evoluzione cumulo-strato-nembica -- attira di più, evoca emozioni, tra cui la paura da esorcizzare rimanendo attaccati al mezzo d'informazione.

Ci sarebbe anche un succedaneo di non poco conto, a tanto allarmismo. Esagerare con gli avvisi alla prudenza, tipo non mettersi in strada se non per reale necessità (o obbligare le catene in centro città ad Avellino, ad esempio), sopperisce a tutte le attività di prevenzione territoriale non effettuate. Inoltre, aumentare la gravità è sempre funzionale, della serie "noi-vi-abbiamo-avvertiti-e-se-succede-qualcosa-so'-cavoli-vostri".

Subito la memoria va alle aspre polemiche tra enti locali e strutture di protezione civile in merito alla congruità e alla tempestività dei bollettini meteorologici. I Sindaci, dopo alcune tragedie idro-geologiche, hanno spesso accusato le strutture di protezione civile di non essere stati chiari e puntuali. Così -- pare -- sia invalsa l'usanza di aggravare e moltiplicare i bollettini, giusto per mettersi al riparo. Non dalla pioggia, ovvio. Capisco l'intento. Il che spiega anche quante volte, invece, il maltempo non si è rivelato nei fatti così procelloso.

Tuttavia, l'intervento televisivo di Franco Gabrielli mi è sembrato davvero eccessivo, quasi ridicolo. Mo' -- mi chiedo io -- se alla prima pioggia autunnale scomodiamo Gabrielli, cosa ci dovremo aspettare a metà gennaio? Un messaggio a reti unificate del Capo dello Stato, con tanto di isobare e modelli epson-matematici alle spalle?

La comunicazione è importante. Nonostante ciò, però, non molti la curano per bene, specialmente le istituzioni pubbliche. Che i politici sbaglino approccio comunicativo è anche divertente, altrimenti cosa avrebbero da scrivere i giornali? Che le aziende spesso toppino (se non addirittura combinino veri e propri disastri, vedi la Barilla ed anche l'ENEL, cui mi dedicherò in un'altra puntata) è un dato di fatto, ma che sbaglino (per ridondanza allarmista) le istituzioni e le pubbliche amministrazioni è preoccupante.

Prendete -- ad esempio -- quegli eventi improvvisi ed inaspettati come l'estate e l'inverno. Negli ultimi anni, le estati sono sempre 'torride' e gli inverni sono sempre 'rigidi'. Anzi, sempre più torride e sempre più rigidi. La comunicazione di servizio prova a dare consigli alle fasce deboli, che di solito vengono identificate nelle persone anziane (perché vedono di più la tivvù).

D'estate, viene consigliato di frequentare luoghi freschi e protetti dalla canicola, come i supermercati.

D'inverno, viene consigliato di frequentare luoghi riscaldati e protetti dalle intemperie. Come i supermercati.

(Consiglio alle televisioni: intervistate meteorologi direttamente nei supermercati, così la gente saprà quando potrà uscirne.)

Buon autunno.

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Tag(s) : #metereologia, #protezione civile, #comunicazione pubblica
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