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Baiano - Prima parte

(L'articolo originale venne pubblicato il 18 gennaio 2010 su Ottopagine)

Baiano è il primo (in senso temporale) Comune del cosiddetto Mandamento di cui racconto su queste pagine. Il Mandamento è il territorio che si apre ad estuario verso il napoletano e che comprende sei Comuni: Mugnano, Sperone, Sirignano, Avella, Quadrelle e Baiano, appunto.

L’occasione mi è fornita da un amico di vecchia data, Stefano, il Vicesindaco, che sto per incontrare.

Mentre percorro la Nazionale, per il tratto che scende da Monteforte fino a Mugnano del Cardinale, mi ritrovo a considerare quanto siano piacevoli queste ali di platani – seppur spogli d’inverno – che segnano il tracciato tra campi e collinette.

Poi, si giunge all’estesa e continua conurbazione del Mandamento e la mia personale poesia del viale alberato si ferma. Inizia la confusione urbanistica tipica dei paesi costruiti sulle strade nazionali. Anche l’unica strada che collega Palermo a Messina è troppo simile a questa Nazionale 7 bis (la 7 è il tracciato dell’Appia, una delle due consolari del sud, l’altra è la Egnatia): singhiozzante, trafficata, interna, addomesticata ed abusata. Ci vorrebbero infinite varianti perché troppi sono i paesi che come grandi medaglie sono attaccate a questa catena viaria, da Mugnano e fino alle porte di Napoli.

Baiano è un centro molto antico: risalgono addirittura al neolitico le prime tracce d’insediamenti. Anche le origini del toponimo sono piene di una ricca e alquanto movimentata storia. Lungo il territorio ci sono passati quasi tutti: Silla, Spartaco, Ottaviano Augusto, i Goti, i Vandali, i Longobardi, i Saraceni, gli Ungari, i Normanni, i Benedettini, gli Svevi, gli Angioini. Fu sede di ville prediali (antesignane delle masserie), territorio di briganti e latifondo di baroni. La comunità rimane custode di tradizioni sentitissime, tra sacro e profano, come la festa del Majo (albero) di Santo Stefano, amato patrono.

Nella stanza del Sindaco c’è, infatti, un gran bel dipinto raffigurante questa festa che inizia il 13 dicembre e termina il 26 successivo, con il “focarone” attorno al fusto arboreo issato durante il clou cerimoniale. Durante tutti questi giorni, ogni mattina all’alba c’è una sfilata con spari e canti per le “messe ‘e notte”.

Baiano conta circa 4.700 abitanti. Il saldo naturale è lievemente negativo. La popolazione invecchia ed i giovani vanno via. Per studio prima e per lavoro dopo.

Occasioni di lavoro e di sviluppo non ce ne sono. È sempre stata terra di conquista e di passaggio. Il non vastissimo territorio comunale è comunque tutto utilizzato per le coltivazioni (castagneti, nocelleti e uliveti). È il più grosso centro del Mandamento ed è sede del distretto sanitario nonché della Comunità Montana e capolinea della Circumvesuviana che ogni mattina porta tantissimi lavoratori verso Napoli.

Baiano, dopo il terremoto è stato uno dei primi Comuni a dotarsi del Piano regolatore, ma il PIP (insediamento produttivo) non è mai decollato, nonostante gli artigiani del posto lo abbiano sempre invocato per la vicinanza dell’uscita autostradale, scegliendo in seguito, come ripiego, di insediarsi nelle aree dei Comuni limitrofi. Questo aspetto, però, può leggersi come un invito ad adottare finalmente l’idea di “area vasta”: un’associazione altamente integrata di più comuni. Consorziando i servizi, solidarizzando nelle necessità, economizzando le risorse. A che servono sei campi sportivi in sei Comuni così vicini tra loro da confondersi? – si domanda Stefano. Eppure, ci sono sei campi sportivi.

C’è un esempio fantastico: i Comuni di Baiano, Avella e Sperone hanno un loro acquedotto municipale consortile, da innumerevoli lustri. Le sorgenti del torrente Clanio sono captate ed incanalate in una vasca che attraverso tre bocche di calibro diverso (a seconda della grandezza demografica dei Comuni) regola il flusso verso le tre municipalità. Tra l’altro, questa risorsa idrica locale a gestione consortile ha ridotto notevolmente la tariffa per gli abitanti dei tre Comuni. Infatti, il costo annuale della bolletta è pari al costo medio trimestrale di una qualsiasi altra utenza idrica irpina.

Stefano Brandolino, l’anziano addetto e memoria storica del servizio acquedotto – tra l’altro molto simpatico ed attivo, infatti è Presidente del centro Anziani del Comune -, mi porta a visitare la grotta di captazione e la vasca di raccolta e smistamento, lungo la Gola. Il Clanio ha un aspetto torrentizio in questa stagione. Con l’auto guadiamo un vivace salto, mi sembra un Camel Trophy nostrano.

Sarà pure una giornata di freddo in questo gennaio, con una tempesta di pioggia che sta arrivando dal Golfo di Napoli, ma salire verso la montagna di Avella (che è un bel posto), per fare la conoscenza di sorgenti, mi entusiasma.

Scatto alcune foto e mi riprometto di raccontare di Avella e dei suoi siti archeologici con dovizia in un’altra puntata.

Questo esempio già esistente di cooperazione può essere la base per la nascita della Città del Baianese, un progetto sul quale Stefano riflette spesso. È uno degli argomenti – quello intorno alle associazioni di comuni – che permeerà i dibattiti politico-amministrativi dei prossimi anni. Il futuro delle nostre comunità è segnato, nonostante i campanilismi testardi: ci si dovrà mettere assieme perché le risorse mancheranno, i servizi sono e saranno indifferibili, la popolazione invecchierà e di sviluppo al sud non se ne vedrà poi tanto.

Stefano parla con pacatezza dei problemi. Non s’illude di rivoluzionare niente, solo di ragionare assieme per risolvere i problemi.

Mi racconta che nel 2005 vinsero l’Attestato di Merito perché raggiunsero la percentuale del 70% nella raccolta differenziata. Poi, il livello è sceso, ma quest’anno sono però risaliti al 58%.

Il porta-a-porta pare funzioni bene, basta perseverare ed i cittadini riescono a seguire le regole di conferimento (si dice così, oh yeah!). Sulla scorta dell’esempio tedesco, qualche anno fa istituirono pure il giorno per la raccolta domiciliare degli ingombranti e degli elettrodomestici (RAAE, in gergo).

Le attività vennero interrotte quando si notò - con perplessità prima e con disappunto in seguito - che le famiglie riuscivano a sbarazzarsi anche di quattro televisori in un solo anno.

Non ci volle molto a capire che il servizio era usufruito anche dagli abitanti dei paesi limitrofi, così, per amicizia.

Stefano ha sempre avuto il pallino dell’ecologia. Fa bene, anche Obama dice che è lì il futuro e lo sviluppo dell’economia.

Di sviluppo più in generale, da queste parti non se ne vede. La risorsa è – come un po’ dappertutto in Irpinia – il turismo e l’agricoltura specializzata. I boschi attorno al Mandamento sarebbero un patrimonio ed un investimento sicuro se fossero curati, ripuliti, attrezzati, controllati. Tutte attività che darebbero lavoro e che già oggigiorno attirano turisti, gitanti e scuole (con i progetti delle Fattorie Didattiche).

Anche la forza e la portata del torrente potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo. Alvei ricostruiti e rinforzati lungo il Clanio consentirebbero la costruzione di un invaso per ottimizzare la distribuzione delle acque anche durante il periodo estivo.

Brandolino (che bel nome!), che ama questi posti ed il suo lavoro, mi parla delle cose che ci sono, di quelle che potrebbero farsi, di quello che si sta perdendo. Pare che la rassegnazione si respiri con l’aria.

Ma non è tutto così disarmante. C’è un progetto quasi terminato: la ristrutturazione del Cinema Colosseo. Un vero e proprio complesso multisala con teatro e locali per ospitare le Associazioni. Ce ne sono ben ventisei operanti a Baiano. Oltre la Pro Loco, (che ha un sito ricco di notizie) voglio citare le associazioni “Avancarica” e “Carabina”, perché fanno da avanguardia armata durante il corteo del Majo.

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Tag(s) : #reportage in Irpinia, #Baiano
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