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Much Ado About Nothing

(Originale su Orticalab, al link sotto.)

Tipica espressione irpina (autore un certo Sceppaspine, aka Shakespeare, il Bardo) per dire che si è aizzata la polemica su di una vicenda — ovverosia sull’accorpamento delle province di A e B, previsto dalla spendinriviù — conclusasi con la levità di una bolla di sapone. Anche perchè, chi vi scrive, aveva considerato, qualche settimana fa, l’accorpamento più un’opportunità che una iattura.

A pelle, però, questo accorpamento non sembrava nel nostro destino, non tanto per le inconciliabili diversità storico-etno-demo-antropologiche tra A e B; tantomeno per l’orografia inibente a fluidi e convenienti collegamenti viari e di trasporto pubblico; ovvero per il terrore di veder sparire altri uffici/enti/istituzioni pubbliche, dopo la soppressione di tribunali e ospedali (comunque presidi di civiltà, in zone interne spesso dimenticate); né per le vaste ed oceaniche folle scese in piazza a difendere Avellino capoluogo; né per una certa tristezza anticipatamente nostalgica per la cancellazione delle origini anagrafiche; ma per tutto questo, assieme con l’intuizione che da due debolezze non poteva nascere che un’altra e più grande debolezza, sia politica che amministrativa. In altre parole: non siamo pronti per le opportunità.

Per quanto riguarda, poi, il discorso sulle origini, queste sono importanti, ma non in senso oggettivo (tant’è che avrei preferito, come ho già scritto, scegliere di accorpare economicamente A alla Bay Area), quanto per il fatto che vengano stravolte quelle cui si è abituati, e ciò è un fattore soggettivo abbastanza importante. Eppure noi della provincia di A — soggettivamente parlando — non amiamo abbastanza la nostra terra, la nostra città, il nostro capoluogo. Sì è fatta una specie di battaglia di campanile, parlando di origini e di storia, ma nei fatti A è brutta, non amata, dimenticata, decadente (un esempio per tutti: il cantiere di Piazza Castello), attraversata da orde di traffico pendolare (per il quale non ci siamo mai attrezzati), usata e consumata così.

Questa storia, in cui diversi Sindaci hanno dichiarato di volersene andare con questa o quell’altra Provincia campana; in cui il Sindaco di Salerno si era detto favorevole ad un accorpamento di parte del territorio irpino; in cui molti abitanti delle zone della Baronia avevano dichiarato la loro maggiore comodità (amministrativa e viaria) a dipendere da Benevento; insomma, questa vicenda risolta-perché-il-fatto-non-sussiste pareva che alla fin fine non importasse a tutti, se non ai cittadini della sola A, ed ai pochi sparuti sindaci che qualche giorno fa hanno simbolicamente gettato le loro fasce tricolori in un secchietto della differenziata (di quelli grigi di cui ci dotò l’ASA). Che l’abbiano risolta ‘nonostante’ il nostro disinteresse universale? E perché mai? Forse il maggior interesse era della città di B, vista pure l’origine del promotore dei nuovi emendamenti, Viespoli? Siamo andati in "paraviso pe’ scangio"? Macchisenefrega, ormai: a marzo si vota, cioè fra tre mesi. E mo’ vene pure Natale…

Da sempre, mi ricordo, la città di A viene definita un paese con la targa (per antropologia ed esiguità di abitanti), ma ciò non è una definizione intellettualmente onesta perché, per esempio, Belluno ha la metà dei nostri abitanti e pur aveva dignità di capoluogo. Con ciò non voglio significare che Belluno debba essere soppressa e Avellino no, ma è pur vero che una razionalizzazione delle spese locali è fondamentale. In altre e più serie parole, sarebbero più utili e funzionali le associazioni di Comuni (se non proprio la loro fusione) — laddove sempre più paesi e paesini (non solo irpini) stentano per carenza di servizi, riduzione di personale, abolizione de facto di servizi comunali (uffici tecnici, vigilanza, servizi sociali) — che non l’accorpamento di due province abbastanza analoghe per abitanti e organizzazione territoriale, quali A e B.

È più importante un’organizzazione sanitaria a rete e complementare tra territori – con conseguente riconversione delle strutture sanitarie dichiarate in surplus — che il taglio pedissequo di posti letti e nosocomi. Sarebbero necessari molti interventi. Forse troppi. Meglio farci un Natale in santa pace. Noi nella provincia di A e loro nella provincia di B.

Much Ado About Nothing
Tag(s) : #spending review, #avellino, #benevento
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