Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Torre Le Nocelle

(Originale pubblicato su Ottopagine il 20 luglio 2009)

Questa è un’altra pagina del mio diario di viaggio di un giorno di maggio.

A Torre le Nocelle si arriva per la Statale 90, la Nazionale delle Puglie. Attraversa tanti paesi e nella mia vita porta sempre ad est. Prima dell’Ofantina, la mia Route era la Statale 90. Era – ed è ancora, beninteso – la strada che mi riporta alle origini, verso est, verso la Puglia.

Ad un certo punto, ma lontano da qui e da adesso, a Montaguto s’interrompe: una frana l’ha ferita mortalmente. Da Savignano si vede una mezza montagna dirupata giù da circa due anni, più o meno. Per raggiungere i paesi più prossimi nella provincia di Foggia (Orsara, Troja), si deve allungare girando per le infinite curve di Panni e Bovino (nella Capitanata) o addirittura si prende l’A16 uscendo a Candela e si torna indietro.

Il tratto della Nazionale che oggi mi porta solo fino a Torre è un nastro curvoso e morbido, con saliscendi resi asimmetrici da sedimentati smottamenti.

Per uscire da Avellino c’è voluto tanto tempo, ma era in programma la partenza del Giro.

C’è traffico anche sulla Nazionale. Sotto Montemiletto, chi può supera la fila. Invece, per godermi la strada, rallento.

Imbocco il bivio dopo Montemiletto e comincio a salire lievemente tra le curve. Non ci sono quasi più auto e la strada è costeggiata da tanto verde. Eccola Torre. Com’è carina, tutta distesa su collinette ed avvallamenti dolci. Ha quello che si chiama un bello skyline. Si intravede mentre continuo a salire. Lo sguardo ravvicinato lo racchiude tutto: è un paesino piccino picciò.

È un altro paesaggio, quello dei nostri colli irpini ad est. In più, stamattina, ci sono correnti fredde ad alta quota e l’aria è tersa. La luce sembra più diretta e le nuvole sono disegnate di tutto punto, come quelle dei quadri di René Magritte, che mi piace tanto. Anche l’azzurro è quello dei cieli del grande artista belga, che rappresentava il metafisico dipingendo il reale.

Arrivarci non è per niente difficile o lungo, ma Torre le Nocelle è così ben protetta che sembra quel paese sopra le nuvole di cui si legge nelle favole.

Leggo da notizie sparse che anche in questo antico insediamento ci hanno messo lo zampino i Longobardi e che il nome è forse l’esito di un errore di trascrizione di un monaco. Mi piace questa curiosità storica.

Hanno una bella devozione verso il Santo patrono (uno dei tre o quattro San Ciriaco conosciuti) - di cui festeggiano sia la nascita che il martirio - e si svolge anche qui una parata di carri impagliati ed addobbati come a Fontanarosa e Mirabella.

Il Municipio si raggiunge in un niente ed è così vicino alla strada che si sentono le voci di fuori, così, come fosse un posto tra la gente. C’è un posto per parcheggiare quasi sotto la finestra dell’Ufficio meta del viaggio.

Poco lontano ci sono dei cantieri stradali. Ma non si può strare tranquilli!

Incontro la Signora Emilia. Ha gli occhi grandi e dolci. Le sue carte sono ordinate e precise. L’anagrafe di Torre è un ufficio femminile, con quella cura che solo le donne possono avere nelle catalogazioni, nella conservazione e nella memoria delle cose e delle persone. La tassonomia è davvero una scienza femminile e ne ho conferme continue.

Il Sindaco è cordiale, anche se indaffarato come quasi tutti i sindaci.

Entra tanta luce nella stanza. E scorriamo i nostri registri. Si nasce poco rispetto a quanto si muore. A Torre si è molto longevi, però. La vita è buona, sorride Emilia. Hanno festeggiato anche dei centenari, negli anni scorsi.

In questi paesini, la nuova costante tendenza è definita dai matrimoni misti e dall’immigrazione di lavoratori stranieri. Anzi, lavoratrici straniere. Tra l’anno scorso e quello precedente si nota l’aumento di pratiche di cittadinanza acquisita per matrimonio.

I flussi immigratori non si possono (e, a mio parere, non si devono) fermare: sono linfa demografica, sono sviluppo, sono ricchezza culturale data dalla diversità. L’Italia è sempre stata terra di approdo di ogni immigrazione, di che protestiamo oggi?

Prima di oggi, avevo idea di Torre le Nocelle come di una specie di piccola replica di Montemiletto, di cui doveva - per forza di “luogo” - essere un satellite. Ma Torre è diversa da Montemiletto (a cui sono molto affezionata, ma ne riparliamo).

Emilia mi dice che si stanno attrezzando bene come sito web municipale e fra poco i Torresi (anche quelli da fuori) potranno ottenere dati e certificazioni, nonché pagare i tributi via Internet con autenticazione individuale. Mi sembra davvero una grande cosa.

Sì, lo so che i dipendenti comunali sono stati e saranno ancora per lungo tempo i reali terminali dell’Amministrazione verso i cittadini, nonostante la spersonalizzazione dovuta all’invadenza informatica. Si fa amministrazione anche lungo le vie del paese, al bar. Si sistemano cose e si definiscono pratiche anche incontrandosi al forno o durante lo “struscio” domenicale. I dipendenti comunali sono il cosiddetto backbone (struttura portante, spina dorsale) gestionale ed amministrativo di un paese. In paesi così piccoli e così estroversi verso gli abitanti, le stanze del Comune sono quasi come le stanze della propria casa: vissute e familiari. Ma il web aiuta e quindi mi sembra un ottimo progetto.

Devo ripartire. Devo andare a Pietradefusi. Emilia mi spiega dove troverò il Municipio.

Mi congedo da lei abbracciandola con affetto. Lei ha trovato il suo senso della vita, nell’ordinata vita di Torre le Nocelle, tra le colline azzurre della valle del Calore. Sotto nuvole Magritte.

Torre Le Nocelle
Tag(s) : #reportage in Irpinia
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: