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Avellino's Got Talent

Italy’s Got Talent. Avellino pure. La nostra Città ha un talento insuperabile per danneggiarsi l’immagine, un fiuto eccezionale per i disastri.

Che significa?

Abbiamo (almeno noi del quartiere) vissuto circa sei giorni di trambusto, per via delle registrazioni del popolare programma (passato da Mediaset a Sky). Da sabato a giovedì, mastodonti cinturati hanno preso letteralmente possesso degli spazi angusti dietro il teatro. Tutto il transennabile (ed anche oltre) è stato transennato. Le auto, se gli automobilisti (residenti o forestieri) avessero potuto, le avrebbero parcheggiate una sull’altra. Tutte le infrazioni stradali che potevano essere commesse dagli automobilisti sono state commesse e non una volta si è sfiorato l’impatto frontale nel budello tortuoso di via Fricchione, percorribile dall’entrata coro del Teatro fino all’incrocio con Corso Umberto I solo in un senso. Hai voglia di mettere cartelli per divieto di sosta e transito: totalmente trasparenti. L’inciviltà è stata massima proprio quando, invece, occorreva vigilare meglio. Anzi, sarebbe bastato soltanto vigilare. E ho detto tutto.

Sì, c’era movimento. I giovani talentuosi sciamavano a frotte. Le troupes hanno dato qualche segno di presupponenza e di arroganza fuori luogo e ce ne rammarichiamo, ma — dispiace dirlo — abbiamo assorbito questo evento (siamo stati scelti con soli altri tre teatri italiani per ospitare le selezioni, unici per il sud) come un disagio, più che un’opportunità. Abbiamo accolto la carovana di tecnici e artisti in una location che peggiore non poteva mostrarsi. Sì, certo, loro, i forestieri, che ne sanno dei fatti urbanistici nostri: ci stanno cinque giorni e poi via per sempre.

Noi ci viviamo sulla Piazza, per questo il rosario lo voglio snocciolare ancora una volta.

Una rete rosso arancio circonda il perimetro di tutta la Piazza al cui centro si erge una montagnola di terra escavata ricoperta da neri teloni di PVC che non resistono alle intemperie (li hanno già sostituiti una volta). Dopo anni di fermo (senza avere capito mai bene davvero nulla di cause, motivi e soluzioni della vicenda), l’area è talmente devastata da agire quale l’invito ufficiale per qualunque altro tipo di degrado collaterale. Dal deposito indiscriminato di pattume vario e/o ingombrante, alla sosta selvaggia. Dalla libera e pericolosa circolazione di veicoli, alla mancanza di controllo e di sanzioni in un’area da far west. Ho visto insospettabili persone (tranquilli anziani) che raccoglievano sì le defecazioni dei loro cani, per buttarle senza vergogna né rimorso alcuno nella campana del vetro. Giusto per darvi un saggio dell’insospettabilità di altrimenti pacati e civili cittadini. Piazza Castello è un’abusiva ma notoria area di sgambamento canino. Come i marciapiedi sono aree abusive di parcheggio, specialmente nei giorni di teatro. Ma gli spettacoli avvengono di sera, chi vigile scrive multe a quell’ora? Soprattutto, chi vigile passa? O forse sarebbe poco opportuno che il Comune facesse le multe agli spettatori del suo Teatro?

A dirla tutta, il parcheggio sui marciapiedi è continuo, anche nelle ore diurne. Mentre cammini, ti devi schivare da auto che prepotentemente scalano i basoli. Sì, i marciapiedi sono larghi ed invitano. Invitano talmente che occupano pure i passi carrabili (vd foto in gallery).

Lungo il Fenestrelle, sotto il ponte che sbuca davanti ai ruderi del Castello, da anni vive (per sua libera scelta) un anziano. D’estate dorme su di un divano en plein air, d’inverno sotto assi e lamiere accostate ai piloni del ponte. Accoglie una muta di randagi che presidiano il luogo. Si scalda e prepara i pasti per se e i suoi amici canini accendendo fuoco in un fusto metallico. Spesso il fumo puzza di plastica e gomma bruciata, liberando diossina. I residenti hanno provato a segnalare la cosa, ma da più parti è stato risposto che ci vuole una denuncia esplicita.

In un’area di sedime accanto al ponte, su cui sorgeva un rudere mai ricostruito dai proprietari, c’è una discarica di ingombranti e vecchi elettrodomestici. Batterie d’auto esauste e spesso sversamenti di vernici e talvolta di residui di betoniere. Il Comune non può non sapere, perché tutto ciò è accanto al deposito dell’ACS (tutto in gallery).

Parlando con qualche commerciante/artigiano mi è stata riferita con allarme la prossima intenzione del Comune di aumentare le aree a strisce blu, estendendole lungo Fosso Santa Lucia e, appunto, sotto il ponte lungo il Fenestrelle. "’Ngi mangano i sordi" pare siano state le parole, in vernacolo ugro-finnico, di qualche ’comunale’ a giustifica di questa iniziativa. Che dire? Il Comune le strisce blu le ha dipinte pure sui dirupi, non ci meravigliamo che lo faccia anche sotto i ponti e i cavalcavia.

In una zona come il centro storico, le cui abitazioni non hanno i garage scantinati, dov’è che i residenti devono/possono parcheggiare le auto? Strisce bianche lungo Corso Umberto non ce ne sono, se non semi-nascoste dietro all’edificio che affaccia su Via Circumvallazione, tuttavia sempre colonizzato da non residenti. Dov’è la proposta di permettere il parcheggio nelle strisce blu ai residenti con talloncino RFID? Sembriamo, noi residenti, dei topi in trappola, i cui spazi di movimento si stringono fino all’immobilità. Siamo agonizzanti.

Tutto è prepotente: l’incuria, il traffico, l’inciviltà, il pattume, l’indifferenza. Ma cosa vuole il Comune da noi? Perché c’impone il degrado e la coabitazione quotidiana con la desertificazione civica?

Le attività commerciali chiudono. Anche e soprattutto quelle relative alla ristorazione. Chi viene a teatro, scappa subito via: che senso ha rimanere in una zona squallida? Anche la pasticceria più frequentata del quartiere sta per smobilitare. Chi passeggia più per Corso Umberto e Piazza Castello e si ferma a prendere un caffè? Orde di cani randagi hanno spesso attaccato persone in pieno giorno e solo il tempestivo intervento di commercianti accorsi ha impedito il peggio.

Dopo trentaquattro anni dal terremoto, l’intero quartiere sta tornando a quei livelli di abbandono ed emarginazione da cui la ricostruzione li aveva recuperati.

Ho letto, dalle colonne di un quotidiano che sta per operarsi una riapertura limitata dell’area recintata, quel tanto per far scaricare i TIR degli allestimenti teatrali. Al Comune, il facchinaggio aggiuntivo costa qualche decina di migliaia di euro all’anno, ma di ciò si sono accorti solo dopo anni e solo dopo l’arrivo dei mastodontici TIR della produzione Sky.

Dire, con i commercianti, che il Comune pensa solo al Teatro è lecito. Allargare il varco per la porta carraia del teatro è ben poca cosa per il quartiere. Creare un flusso tra Via Circumvallazione e Corso Umberto I potrebbe essere una valvola di sfogo per il traffico, tuttavia non risolleverebbe la condizione generale. Chi è che deve decidere (il prossimo 11 dicembre, salvo slittamenti) se il progetto di messa in sicurezza presentato dal Comune è adeguato? E qualora non lo fosse? Chi ci garantisce, per esempio, che la Procura consentirà il dissequestro di una parte liminale del cantiere per permettere il collegamento tra le due arterie?

I fondi per la messa in sicurezza dovrebbero arrivare dalla Regione (abbastanza sorda alle istanze avellinesi) perché il costo della variante al progetto originale della Soprintendenza è molto alto. Tuttavia, parlare di messa in sicurezza implica che un pericolo ci sia, peraltro da molti anni, considerato che tutto è iniziato da alcuni rinvenimenti impropri all’atto dello scavo della piazza.

Qualche volta, anche di recente, ho visto persone che si avventuravano a perlustrare il cantiere, scattando anche foto. Tutti costoro indossavano mascherine chirurgiche. Perché?

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Tag(s) : #Avellino, #Piazza Castello, #Italy's Got Talent
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