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Scricchiolii sinistri. Da sinistra

Il colosso di Rodi, anzi di Rignano sull’Arno, scricchiola sinistramente.

L’avverbio ’sinistramente’ ha due sfumature. La prima evoca la pericolosità tragica del crollo di un colosso che non ha compreso bene di avere i piedi d’argilla. O i piedi nell’argilla.

La seconda nuance riguarda la circostanza per la quale la virata a destra — troppo destrorsa del colosso di cui — sta sollevando sempre più malumori a sinistra, la quale è la metafora della citata argilla.

La cantonatissima dell’emendamento pro-Berlusconi e la vicenda delle primarie in Liguria peseranno molto sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Lo sappiamo tutti cosa successe a Bersani per aver sbagliato con Prodi.

Accidenti. Il passo falso di Renzi era prevedibile e prima o poi sarebbe accaduto. È la legge delle probabilità statistiche, Amici miei. Non si può fregare tutti per tutto il tempo. Non solo, ma succede pure di esagerare a prendersi sul serio, magari così troppo sul serio che ci si fa molto male inciampando.

L’emendamento della salvaguardia sui falsi in bilancio è un inciampo letale, perché ha un effetto domino e svelerà tutto quanto ciò che è di destra in un premier che viene dal centro-sinistra.

D’altronde, Renzi cosa poteva fare per mantenersi a galla? L’Europa ci ha chiesto un governo stabile e lui non ha potuto fare altro che appoggiarsi a destra, visto che a sinistra, tra l’altro, comincia a fallargli il passo e la credibilità. Non siamo così sotto elezioni politiche da poter immaginare una svolta tipo Obama.

Prendete appunto Obama, il quale ha annunciato di alzare le tasse ai più ricchi. Sì sì, è il suo secondo (e ultimo) mandato e può fare ciò che vuole. Ma il rischio è calcolato. Le persone beneficiate dall’aumento delle tasse ai più ricchi saranno tutti elettori per la causa democrat e saranno proprio tanti, buoni per fare la differenza con qualunque altro candidato del GOP.

L’unico serio rischio è una recrudescenza del terrorismo negli USA, circostanza che indurrà l’elettorato statunitense a votare chi usa i temi della sicurezza per fare — a sua volta — del terrorismo psico-sociale in patria.

Renzi, per consolidare ed espandere il suo sistema di potere, che lo garantirà per gli anni successivi, non può proprio ora virare a sinistra come sta facendo Obama. Tra l’altro, non sappiamo neanche quando e se virerà mai a sinistra. Renzi, non Obama. Il gusto del potere sta allontanando il colosso di Rignano sempre di più dalla gente. É il fondatore del partito dei carini che si convincono sempre di più di essere quelli giusti per stare nel posto che occupano. Non hanno un ruolo (chi di loro avrebbe davvero la competenza per fare il ministro?), ma hanno una funzione (riempire i vuoti). Il problema angosciante per le generazioni a venire è che questa funzione riempitiva diventerà ruolo. Non si può neanche sperare (per condizioni generazionali e culturali dei suddetti riempitivi) che il ruolo da questi ora ricoperto possa imporre loro la giusta funzione e farne soggetti competenti di cui potremmo aver nostalgia e rimpianto in un (orrendo) tempo futuro.

Vabbe’. Torniamo ai fatterelli nostri. Cofferati ha ragione. Deve essere così eclatante lo scandalo delle spurie primarie liguri (più che spurie, sembrerebbero proprio imbastardite), che il già miracolato (prima sindaco di Bologna, poi eurodeputato) Sergio è finalmente sbottato. E per dirlo Coffie, uno che è vero che ha portato 3 milioni di lavoratori in piazza, ma che è anche considerato non proprio un doc di sinistra-sinistra, vuol dire che le cose sono gravi. Anzi gravissime.

Non è la prima volta che il piddì ’ngialambica (al paese di mio padre significa inciampare, ’ndroppecare) in primarie eso-determinate, etero-condotte. Solo che altrove (tipo a Napoli nel 2011, quando le primaria vennero annullate e il partito commissariato) si è andati con la mano più pesante.

In Liguria no. D’altronde, è terra di maggiori ritorni imprenditoriali che non la ’spoliata’ Campania.

Avete letto l’editoriale del Direttore, di cui mi garba assai il calembour (meglio Migliore)? Condivisibilissima l’analisi, purtroppo non convengo sulle conclusioni renziane, come ricostruite per noi da Staglianò.

Conosco bene la storia politica di Gennaro ’il’ Migliore (no, niente a che fare con Togliatti) — da tempi insospettabili sta studiando da dirigente politico — e no, non penso sia la scelta migliore, qualora si proponesse alle primarie in Campania, nonostante sia meno fainesco di ogni altro candidato. Quello che lo stronca è l’esser saltato sul carro renziano (renziano, non democratico, si badi bene). Sì sì, l’han fatto in molti, è vero, ma lui sembrava così granitico prima nella fede rifondarola e poi vendoliana che al terzo cambio è diventato poco credibile. E poi, non è così noto all’ampio elettorato, quello che non pratica le sezioni del partito di Renzi, ma che vede Faziofazio in tivvù.

Capisco pure che ai poveri simpatizzanti ed elettori del piddì in Campania, Migliore appaia meglio di Cozzolino e Saggese. (Di De Luca no, perché il sindaco di Salerno è un tipo ganzo assai e trova molti consensi bi-partizan.) Tuttavia, non basta, perché i giochi — come abbiamo visto — si giocano altrove e per non rischiare di ’ngialambicare ancora una volta in Campania, meglio abolire le primarie una volta e per tutte, anche se imporre un candidato poco noto, salterino e un tantinello spocchioso (ecco spiegato l’articolo ’il’ preposto al cognome) non aiuta il partito.

Cosa dice sempre Marco Staglianò sui ciumi surdi, come Caldoro? Ecco, appunto.

Tag(s) : #Matteo Renzi, #Partito Democratico, #regionali 2015
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